In Serie A la rivoluzione dei “capozzielli”

Il capozziello e il virus

Il mio amico nonché direttore di Sonar, che poi qui ce ne sono due e, cari lettori, vostra grazia, non sapete cosa possa voler dire, mi insegnò la parola capozziello, di slang campano.
Filologhi e italianisti stanno vergando gli aggiornamenti dei dizionari per dar nuovo rango al sostantivo di derivazione regionale.

Artefice dell’upgrade, apoteosi, Aurelio De Laurentis, romano Presidente del Napoli, appunto. Con l’aria superba di chi la sa lunga e la vince sempre, senza vincere mai nulla, se non gli spiccioli per il giardino della villa a Capri, barcollando manco fosse uscito or ora di cantina, è arrivato in Lega l’altro giorno febbricitante e senza mascherina. Capozziello contro il virus.

Capozziello, in effetti, è colui che ostenta un dominio che non possiede, se non in microcosmi.

Puffete, il virus l’ha posseduto. Auguri al DeLa, di pronta guarigione dall’infame covid 19 (confidiamo) e dalla capozzellaggine (disperiamo).

La Lega Serie A

Episteme dell’imprenditoria retriva e padronale, nell’ultimo ventennio il governo della Lega Serie A si è impegnato nel downgrade del campionato più bello del mondo, riducendolo a torneuccio monotono e volgare, ripulso dai campioni se non in età pensionabile.

Le assemblee hanno pullulato e pullulano di patogeni deambulanti coi milioni in saccoccia e la bovina nel cranio.

La Lega, quella che eletto tal Tavecchio, che scelse tal Ventura, che ci costrinse a vedere il mondiale degli altri (2018).

A gennaio passato, pare un’era fa per effetto del lockdown, Claudio Lotito, capozziello dalla parlata smargiassa ma dall’intuito folgorante e dal sapere fine, ha guidato e vinto la rivolta dei capozzielli contro i grandi (Juve e Inter in testa), facendo eleggere Presidente Paolo Dal Pino.

Sbeffeggiato dal cinesino nerazzurro (che lo definì pagliaccio), Dal Pino è il “manager dei due mondi e di tutto ciò che è tlc” (cit. Il Foglio).

Furbacchione quel che serve (a più riprese ha manifestato indipendenza dal capozziello che lo ha fatto eleggere), Dal Pino ha portato il Private Equity in Lega (vincendo l’ostilità proprio di Lotito e suoi sodali).
In parole semplici, investitori professionali sborseranno oltre un miliardo di euro per far parte (in minoranza, 10%) della società della Lega che produrrà, gestirà e venderà la preziosa impressione multimediale delle gesta degli scalcianti della maggiore divisione del football italiano.
In soldoni, ancora più semplice, i capozzielli che fin’ogg, ops, fino a ieri l’altro comandavano coi metodi dei mercanti dei bazar, avranno meno voce sulla gestione e (presumibilmente) più soldi in saccoccia. I manager che il Private Equity vorrà/imporrà saranno altri dal Pino, furbacchioni nelle relazioni, sapienti nella gestione.

Calciomercato

Il 90% delle notizie lasciate filtrare sono arie o romanze (qui c’è l’enfasi di sentimentalismo retorico) ad uso della gestione dell’umore dei tifosi, delle operazioni degli agenti e dei direttori sportivi, delle prime pagine, delle trasmissioni “specializzate”. Le notizie vere sono segrete e escono solo quando i protagonisti decidono di farle uscire.

Tolta la fuffa, i movimenti chiave, quelli suscettibili di modificare l’equilibrio delle squadre, del mercato stesso e del campionato sono altrettanti tormentoni destinati a durare per un po’: Koulibaly al City, Suarez alla Juve, Kanté all’Inter. Due sue tre non si faranno, azzardiamo questa previsione.
Per il resto, sempre tolta la fuffa, si parla di ortaggi e legumi per la ribollita.

Zuppa etnica per la Lazio che, complice lo sguardo a est del diesse, il docile e affilato Igli Tare, ha rimpolpato il desolato fronte offensivo intorno a Immobile, prendendo il ventiseienne kosovaro Vedat Muriqui dal Fenerbache, squadra del quartiere sul lato asiatico di Istanbul.
Il simpatico collega Pistocchi ne ha twittato come di un colpo. Per quanto abbiamo visto, il calcio alla latitudine di Costantinopili è più temperamento che tecnica. Vedremo se Muriqui calcerà più palloni o più talloni.

Sabato 18 si parte con il big match di presumibile mezza classifica Fiorentina – Torino.