L’attacco di AIFA a Crisanti: vizi di forma, vizi di sostanza

Philippus non praeceps se, sed streenuum remedium adferre tantamque virum morbi potione medicata levatarum esse promisit.

Filippo promise che avrebbe utilizzato un rimedio efficace ma non immediato e che avrebbe debellato la virulenza del male con una pozione medicinale.

In tempo di nuovi farmaci i moti dell’anima sono stati meravigliosamente descritti già dallo storico latino Quinto Curzio Rufo e sovviene come un’epifania questo stralcio dalla sua Historiarum Alexandri Magni Macedonis.

Nulla di nuovo sotto il sole.

Filippo, fidatissimo medico del re della Macedonia, cerca di strappare dalla morte Alessandro Magno dopo un incauto bagno nelle acque gelide del fiume Cidno in una torrida giornata estiva.   

In questa storia ci sono tutti gli elementi fondamentali che fanno risvegliare l’istinto di sopravvivenza: la paura per un medicamento mai provato, la lettera misteriosa del cortigiano che getta dubbi sull’onestà di Filippo, il sospetto che chi somministrava la pozione volesse invece uccidere il glorioso condottiero e, ancora, l’impazienza nel guarire di Alessandro che, tuttavia, sceglie comunque di aspettare tre giorni prima di assumere il farmaco, come prescritto da Filippo.

Il medico dell’Acarnania aveva promesso un rimedio efficace ma non immediato e Alessandro, certo dell’onestà di Filippo, prese la coppa e bevve senza timore.

Appare dunque fondamentale il sentimento di fiducia del grande conquistatore che, dibattuto tra la possibilità di essere assassinato, la paura di soccombere alla malattia e la speranza offerta dalla pozione, crede nella lealtà del suo medico.

Nel 2020, dopo secoli di civilizzazione e progresso scientifico, possiamo certamente novellare dagli eventi litigiosi provenienti dalle alte sfere che l’emotività è rimasta grumo fondamentale nelle scelte personali e collettive quando si parla di medicine. 

E’ di qualche giorno fa il comunicato stampa di AIFA che bacchetta il Dr. Crisanti per le sue leggere affermazioni in riferimento a scelte personali sull’immunizzarsi o meno con i vaccini contro la Covid-19. 

E’ quanto mai eclatante come l’emotività possa rivelare la debolezza umana di uno scienziato e lasciare che l’istinto prevarichi e guidi chiunque nelle proprie decisioni, scavalcando la ponderazione.

Lodevole dunque l’iniziativa del Dr. Magrini, che non costituisce ovviamente una novità assoluta nel panorama delle reprimende tra scienziati, spesso anche molto più colorite e offensive. Desta però qualche perplessità il fatto che il direttore generale di AIFA abbia deciso di sferrare il suo attacco tramite un comunicato stampa di un’agenzia governativa. Non risultano precedenti in Italia, come pure negli USA presso la FDA.

Più consono, forse, sarebbe stato l’attaccare il Dr. Crisanti (“una persona che ha spesso parlato da esperto in questa pandemia, ma, da quello che dice, non lo sembra affatto”) sulle piattaforme social, dove i battibecchi personali avrebbero una giusta collocazione. Un’arena neutrale e non istituzionale.

Ciò che colpisce di questa storia, che ricorda un severo direttore di scuola intento a redarguire il malcapitato stigmatizzandolo per il suo sentimento antiscientifico, è la confusione dei ruoli e dei modi, confusione che, ahimè, si autoalimenta proprio per la commistione istituzionale nell’alterco.

Ma cosa dovrebbe fare un’agenzia governativa quando ci comunica una iniziativa così importante quale la farmacovigilanza attiva per i vaccini contro la Covid-19?

Non certo cogliere l’occasione per rimproverare lo scienziato scettico sui vaccini innovativi e colpirlo nel privato delle sue scelte: sembra, paradossalmente, che ci sia più preoccupazione nel redarguire il Dr. Crisanti che non nell’annunciare, finalmente, la farmacovigilanza attiva per gli immunizzati con vaccini per Covid-19.

Sarebbe stato certamente ammissibile se fosse stata Farmindustria a emanare questo comunicato dai suoi quartieri romani: Farmindustria che invece non è scesa nell’arena, impartendo una lezione di stile, proteggendo al meglio i propri interessi.

La questione vera è che il sentimento antiscientifico, tipico dei negazionisti, prevale laddove c’è un substrato di emotività e irrazionalità che prende il sopravvento sul pensiero.

Il messaggio che invece si tenta di far passare da più parti, AIFA inclusa, è che invece sia colpa del sentimento antiscientifico “certificato da alcuni pseudoscienziati” se i cittadini fanno scelte emotive e irrazionali.

AIFA, come pure il CTS, si abbarbicano al dogma scientifico e forzano una interpretazione delle scelte private del Dr. Crisanti, dimenticando che il loro compito non è quello di fare opera di persuasione, di rassicurare o di moralizzare la platea degli spettatori. 

Il loro compito è di lavorare alle nuove sfide lanciate dalla scienza e provare la bontà del loro operato adottando comportamenti limpidi, cristallini, scevri da orpelli emotivi o fustigativi tipici di una polizia morale.