I pronostici di Jessica, l’affetto dei Gattuso
Jessica, la ragazza del bar sotto la redazione, dice che quest’anno il campionato lo vincerà la squadra più forte dell’anno prossimo. L’intuizione, a metà tra il fantacalcio e la fantascienza, è tipica delle veloci meningi popolari, abituate a distillare la realtà con immagini folgoranti.
In effetti si riprenderà a dar pedate nel bel mezzo del mercato estivo. Nella follia abituale della Lega Serie A, vieppiù legittimata dal contesto pandemico, ciascun team potrebbe finire il campionato in corso con la squadra del campionato venturo.
A qualcuno tra i presidenti più eccentrici sovverrà, c’è da scommetterci, i broker inglesi sono ai blocchi per quotare l’eventualità, di prendere calciatori in prova, schierarli per un paio di turni e magari restituirli al mittente laddove ne riscontrasse l’inadeguatezza al modulo, all’allenatore, al gruppo, al progetto, a se stesso o al pallone medesimo.
Potrebbe, dunque, essere un finale di campionato a rose variabili. E si sa, se son rose fioriranno.
Appassisce, invece, il calcio dilettantistico, palestra e cardine di quello professionistico, rete sociale di non modesto rilievo. I campetti selciati e polverosi lussureggiano di erbacce che continueranno a infestare sine die.
Di palloni coi crocchi intorno, giacché il dilettantismo è spesso dominato da tattica approssimativa riassumibile in “tutti appresso al pallone”, non se ne vedranno per un tempo ancora imprecisato. Si dice autunno, si ribatte inizio 2021, si apre uno spiraglio per settembre. Staremo a vedere, ma questo temporeggiamento non fa bene alla passione nazionale. Intanto, si può vivere la franca e fervida vita del calcio periferico su “I am calcio”. Mai dominio fu più esplicito.
Con la notizia della morte, i giornali hanno diffuso una foto di Francesca Gattuso cheek to cheek col fratello Rino. Entrambi molto più giovani di quanto non lo sia lui e fosse lei oggi. Benché non sia opera di un artista, la foto trasferisce i contenuti di quelle vite, del carattere, delle origini, dell’animo dei Gattuso. Il ritratto è stretto come forse lo era la casa in cui è stato fissato. Modesta ma sincera dichiara la credenza lignea e grossolana alle spalle loro spalle. Accosti dallo spazio di una vita ruvida al pari del muro di calce grezza, serrati dalla forza d’animo e d’affetto.
Racconta e commuove quello scatto, cui conferisce ulteriore pathos la notizia dei 14 anni di lavoro passati da Francesca al Milan, uno dei club che puntella la propria grandezza sportiva con robusto agire umano. Gattuso restituisce al calcio una dimensione sentimentale, popolare e sociale che le prodezze degli idoli, i tatuaggi invadenti, le wags, le fuoriserie e il glamour fanno dimenticare.
Pedatori, pallonari, mezze calzette, piccole storie, grandi sogni in mutandone e calzettoni ai margini di mestieri e vite tribolate. Dalla seconda metà della classifica della maggiore divisione alla periferia, il football è retto da infinite storie di “gattusi” che non vivranno mai vista San Siro con piscina.
In attesa del fischio di ripresa di sabato prossimo, continuiamo a mantenerci in allenamento con gli highlights. Dio continui ad avere in gloria YouTube.