DeLa impareggiabile, Abatino ovvio, Federazione hippy

Un Napoli ringhioso, paziente, opprimente e veloce elimina in sequenza Lazio, Inter e Juventus e alza la Coppa Italia (piena di Coke?). Il raggiare del DeLa, calante verso il prato attraverso le tribune semideserte dell’Olimpico, ha rappresentato il punto più alto dello spettacolo della serata. Resterà a lungo impareggiato. L’espressione gongoleggiante malcelava il tripudio interiore e i pensieri accelerati su come capitalizzare mediaticamente e monetariamente il trofeo. Quel volto paffuto e beffardo pareva avvolto in una nuvoletta di simboli fumettistici di trofei, show televisivi e denari. 

Un trofeo reale e non ai punti finalmente per i partenopei. Un trofeo reale issato innanzi al pubblico virtuale dello stadio Olimpico. La prima mezz’ora di vera noia per il vacuo toreare bianconero è stata ammazzata dal vero pubblico di casa, interrogandosi sulla vera natura delle bandierine agitate sugli spalti. Diavolerie meccaniche meticolosamente impiantate sulle poltroncine? Ipotesi di vecchi bacucchi, manco prese in considerazione dai ragazzetti che prontamente hanno riconosciuto la grafica da playstation, effettivamente utilizzata dalla Lega Serie Coca, ops, Lega Serie A.

In effetti, il nuovo sponsor della coppa è più coerente agli sghiribizzi dell’organo di rappresentanza dei Presidenti di serie A. Solo l’uso di psicotropi può spiegare la proposta di abolire le retrocessioni, platealmente bocciata da un consiglio federale, dove, evidentemente, ancora la coca non si usa o non fa effetto.

L’Abatino, maliziosissimo nomignolo attribuito ai tempi che furono dal Gianni artista di penna al Gianni artista di piote, a 80 anni ha preso il patentino di allenatore e dichiarato: ”non è detto che non si possa giocare senza pubblico”. Ma va?

A quell’età si potrà sedere in panca ma non ci si inventa attaccanti, così Rivera, che è sempre stato centrocampista dai tempi moderati (che perfezione quasi onomatopeica quella di Brera), continua a rimanere al centro del centro moderato che è stato anche il suo spazio politico.

Ha ragione, si può giocare a calcio senza pubblico, ed è evidente, lo si fa. Senza il clangore del tifo, però, sembra calcio in provetta. Vitreo del resto risuona l’eco delle urla e delle grida degli scalcianti, dei loro trainer e dei loro secondi.

Si è costretti a pensare che la Lega Coca abbia spacciato qualche pasticca in Federazione, perché quel pubblico da videogame esibito per la finale di Coppa Coca, minacciato anche per campionato, appare chiaramente un pacchiano effetto psichedelico più che una trovata capace di ridurre l’astrazione. Si paventa addirittura l’introduzione dei boati artificiali, per gol, pali, fuorigioco, falli plateali. Proponiamo, a questo punto, di tramettere sui telefonini le partite di playstation tra i campioni di serie A. In diretta su Instagram, of course. 

Il pubblico calciofilo è in evidente e prolungata crisi d’astinenza, guarderebbe tutto.

È ripartita, intanto, ieri sera la lotta per il secondo posto in serie cadetta stante il piede e mezzo in Serie A del Benevento di Pippo Inzaghi. Gli spezzini hanno servito una bella focaccina ai toscani dell’Empoli prima di mandarli a casa con le pive nel sacco. I liguri agguantano, almeno per una notte, il Frosinone al secondo posto.

Sul confine tra tardo pomeriggio e prima serata, all’ora dello spritz riparte oggi la Serie A con Torino – Parma (19.30). Hellas – Cagliari seguirà in orario spagnoleggiante (21.45). Quanti amplessi pregiudicherà questa programmazione? Non lo sapremo mai. 

A la prochaine!