Fake news: come funzionano e come difendersi

Sebbene il prestito linguistico fake news sia entrato a far parte del nostro vocabolario in tempi relativamente recenti, quello dell’informazione tendenziosa, ambigua o deviata è un fenomeno molto antico, probabilmente riconducibile alle prime forme di comunicazione orale.

Conosciamo tantissime favole, fiabe e leggende, che pur partendo dagli stessi presupposti hanno subito innumerevoli adattamenti e contestualizzazioni a seconda del Paese di arrivo o del periodo storico in cui sono state tramandate. In questi casi la “storia” è stata deviata, ma anche arricchita di elementi che ci hanno permesso di conoscere il pensiero di numerose civiltà in merito allo stesso argomento.

La comunicazione orale è un po’ come Il gioco del telefono. Anche per questo si è arrivati alla considerazione che “le cose importanti” dovessero essere codificate per iscritto. Tuttavia, per molto tempo, la maggior parte dei cittadini comuni non ha avuto modo di accedere all’istruzione, per cui la comunicazione orale restava il metodo più efficace per diffondere le informazioni.

Vi siete mai chiesti cosa accade quando non leggiamo un dato incontrovertibile e nel giusto contesto? Orwell ne espone un valido esempio ne La fattoria degli animali (Animal Farm, 1945), dove viene stilata una lista di massime da rispettare per una convivenza armonica e senza prevaricazioni: poiché non tutti i protagonisti sono in grado di leggere e comprendere allo stesso modo la parola scritta, l’elenco subisce numerosi emendamenti, il più rappresentativo dei quali è Tutti gli animali sono uguali -> ma alcuni sono più uguali degli altri.

Ed ecco che arriviamo ai nostri giorni. Sebbene con la scuola dell’obbligo si garantisca a tutti un livello minimo di alfabetizzazione, tantissime persone non sanno ancora – o non vogliono – leggere in maniera critica. Del resto siamo quotidianamente esposti a una quantità spropositata d’informazioni, e capita spesso di dover fare una cernita. I titoli ambigui, sospesi, sensazionalistici, sono quelli che attirano di più l’attenzione. Eppure sono in tanti a non aprire i link per leggere l’articolo completo. Spesso ci si sofferma su quel primo dato e si tenta d’indovinare la notizia.

Purtroppo esistono anche articoli volutamente fuorvianti nei contenuti. In questo caso, basterebbe controllare le fonti prima di ricondividere frottole innescando un circolo vizioso di persone sconvolte, ma troppo pigre per informarsi. Inoltre, recentemente sono nate diverse pagine Facebook e testate satiriche che riportano fatti chiaramente e volutamente in contrasto con la realtà. Ma per comprendere l’ironia occorrono una certa dose di cultura e buonsenso. È sempre stato così.

Lo scrittore irlandese Jonathan Swift scrisse un saggio intitolato Una proposta modesta (A Modest Proposal, 1729), in cui suggeriva una soluzione semplice ed economica ai problemi della sovrappopolazione, della fame e della povertà nel suo Paese: vendere i bambini poveri come cibo per le persone benestanti. L’intento dell’autore era quello di far riflettere sulle disparità sociali, ma furono in molti a prenderlo alla lettera e tacciarlo di cattivo gusto.

Il 1° aprile 1957, la BBC mandò in onda un falso documentario che mostrava il funzionamento della raccolta degli spaghetti da un albero preposto a questo utilizzo. Sembra strano, ma poiché questo cibo era ancora poco diffuso in Gran Bretagna, e dal momento che la BBC è una rete d’informazione seria e attendibile, diversi telespettatori credettero che la notizia dovesse essere reale.

Un altro pesce d’aprile ben riuscito, ma meno famoso, fu trasmesso nel 2007 da MTV e La7. Si trattava di uno spot che pubblicizzava la vendita di alcuni appartamenti in collina che nel giro di pochi anni, grazie all’innalzamento del mare, si sarebbero trasformati in meravigliose proprietà sulla spiaggia. Il Progetto mare domani avrebbe dovuto portare i telespettatori a riflettere sui cambiamenti climatici e a prendere in mano la situazione. Tuttavia, ci furono diverse chiamate di persone acriticamente interessate all’acquisto di una casa in quella zona.

È facile imbattersi in un articolo che riporta informazioni fasulle. Soprattutto sul web, molto spesso gli utenti cercano di proposito elementi a supporto di una propria teoria, fondata su nient’altro che un’intuizione o un desiderio. Così capita di googlare i sintomi di un malessere e improvvisarsi medici di se stessi, oppure di ricercare informazioni specifiche come “cura miracolosa contro X” e ignorare tutti gli articoli che smentiscono la notizia di cui vogliamo convincerci.

Dunque, non sempre le fake news hanno un intento volutamente disinformativo. Talvolta la disinformazione nasce dalla cattiva interpretazione di un concetto complicato, ambiguo, riadattato o, magari, proposto in chiave satirica. Per combattere questo fenomeno basterebbe leggere le notizie per intero, informandosi sui contenuti apparentemente tendenziosi, tentando l’approccio più oggettivo possibile e, soprattutto, controllando le fonti.