Censura: che paura!
La pratica della censura ha origini molto antiche. Nella sua accezione originaria, indissolubilmente legata all’omonimo ufficio romano incaricato di censire la popolazione, consisteva nel “passare in esame”. Successivamente, allo stesso organo politico fu affidato anche il compito di vigilare sul buon costume dei cittadini, così il termine censurare iniziò ad assumere parte del significato che gli attribuiamo oggi.
La censura può avere varie forme, mezzi e utilizzi, ma gli esempi storici più estremi di questa pratica sono sostanzialmente tre: l’iconoclastia che seguì la riforma protestante, l’indice dei libri proibiti dalla chiesa cattolica, i processi alle streghe (soprattutto tra il XVI e il XVII secolo). Le premesse erano le stesse: individui più o meno integri, in una posizione di dominio o di presunta superiorità morale, avevano l’onere e il piacere di accertare l’incorruttibilità delle masse.
Sebbene la caccia alle streghe non sia apparentemente una forma di censura, lo fu nel senso più canonico del termine. È risaputo che le pretese streghe subirono numerosi processi iniqui e furono portate all’attenzione di tutti, dai propri stessi vicini, parenti o conoscenti: talvolta spaventati, ma più spesso desiderosi di trovarsi in una posizione di controllo.
Il nuovo feticcio sotto la lente d’ingrandimento dei puritani contemporanei sono le serie TV. Negli ultimi giorni sono stati censurati alcuni episodi di Scrubs, una famosissima sit com statunitense a tema medico, che invita a riflettere sugli stereotipi legati all’ambiente sanitario e non solo. Il cast include una grande varietà di attori americani di seconda o terza generazione, dunque con famiglie originarie di altre nazioni, e vengono spesso analizzati anche pregiudizi sessisti e xenofobici.
Uno dei collanti di tutto lo show è la bellissima amicizia tra Turk, un chirurgo afroamericano, e JD, un medico un po’ ingenuo. Tra le sequenze sottoposte a censura ce n’è una in cui i due protagonisti si travestono l’uno dall’altro, servendosi del cosiddetto “blackface”, un tipo di make-up originariamente impiegato per non avvalersi di attori neri. Tuttavia, chi opera la censura, di fatto, decontestualizza la scena. Scena in cui JD, opportunamente, chiede: “sei davvero sicuro che non sia offensivo?”. Inoltre tra i due medici c’è un tale affetto che, alla fine della serie, quando JD decide di sposarsi, dice alla sua futura sposa: “Io ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo. Ti amo più di Turk”.
Un’altra serie molto controversa, da sempre bersaglio di tagli e censure è South Park. In particolare c’è un episodio – al momento introvabile – in cui si ironizza su Scientology, e Gesù, rappresentato in maniera un po’ buffa, raduna una squadra: i Super amici (Super Best Friends, 2001), ossia Maometto, Buddha, Krishna, Laozi e Joseph Smith, anch’essi mostrati in maniera ridicola.
I Super amici sono tutti votati contro il male (tranne Buddha, che non crede che esista questo concetto). A seguito di numerose proteste della comunità musulmana, l’episodio è stato rimosso in diversi paesi e ogni volta che nella serie compare Maometto viene coperto da un rettangolo nero con su scritto “censura”. È un espediente molto interessante, perché rimuovere questo personaggio dal team dei Super amici significa di fatto escludere i musulmani. Paradossalmente, dal momento che in questa serie si ironizza su tutte le religioni, non includere l’Islam vorrebbe dire non considerarlo come tale.
Nel 2003, i creatori di South Park realizzarono un corto molto interessante sul meccanismo della paura, intitolato Breve storia degli Stati Uniti d’America, per il documentario di Michael Moore Bowling for Columbine. Guardatelo finché potete, perché questa moderna iconoclastia ha del surreale. Non si distinguono più i contenuti veramente e volutamente xenofobi dai contenuti che mettono, soprattutto se in chiave satirica, la xenofobia al centro di una riflessione critica.
La diversità non è di per sé un problema, anzi, è ciò che rende meraviglioso il mondo. La vera questione sono le intenzioni. Serie TV come Scrubs o South Park ci aiutano a vedere la realtà da un altro punto di vista, esasperando certi concetti, proprio per renderli evidenti e capire che sono sbagliati.