Imbrattamenti, caciotte e lanciafiamme

Mirabili eventi e cronache stupefacenti.
Un tempo abbisognava strisciare le suole (e il qui narrante Scarpino era cliente affidabile dello scarpaio Carletto che teneva stipate e dedicate le suole di ricambio per le 44). Oggi, afflosciati dalla comodità di una pensione benevola che si autotrasporta in banca, è bastevole sfregare polpastrelli.

Bellimbusti a Bellinzona e Bari

Due notizie.

A Bellinzona, che è di la dal confine, un gruppo di docili bellimbusti ha “imbrattato” (con un fascio di luce) la vetrina della filiale della UBS, una superbanca svizzera, con la frase da letterina di Natale «basta finanziare le guerre e la catastrofe ambientale». Pare che i banchieri non l’abbiano presa particolarmente a male e si siano limitati a cancellare la scritta con solerzia svizzera (in realtà, trattandosi di azione non dannosa, è stato sufficiente spegnere un interruttore). Yannick Demaria (che ci ha fornito precisazioni in ordine all’accaduto), uno degli artefici della “bravata”, rilasciava comodamente alla parimenti solerte stampa la seguente dichiarazione «le banche svizzere devono orientarsi verso investimenti etici e sostenibili». Tutto molto bello, come il titolo surrealista di 20 Minuti Ticino: «Banca imbrattata di nascosto».

A sud pochi soldi e passioni brutali.
In era covid e conseguente distanziamento gli stadi son chiusi e i tifosi ridotti a figurine. Forse non è del tutto un male. I tifosi veri, vivi e reali non son sempre raccomandabili e spesso scalmanati fin troppo. La sconfitta del Bari contro gli acerrimi rivali rossoneri della orripilante Foggia (qual grazia vana donò a quella cittadina Zdněk Zeman) ha irrorato fuoco nelle vene di un gruppo di bellimbusti da curva. L’ascesso di pathos purulento ha violato la bolla che dovrebbe isolare i protagonisti dello spettacolo del football. Insomma, questi ultras si sono presentati all’allenamento e hanno preteso di dare la solita lezioncina sull’attaccamento alla maglia, il sacrificio e papocchie (il correttore impertinente suggerisce capocchie) varie.
V’è di peggio. La locale edizione del Corriere del Mezzogiorno dedica mezza pagina, taglio alto, a riferir con compiacimento della reprimenda sotto il titolo «I tifosi del Bari dettano le regole. Ora basta vogliamo i risultati». Nota a margine: si consiglia corso di giornalismo in Canton Ticino.

Sul campo

E veniamo al campo.
Le coppe continuano ad essere il momento di scontro col muro della perdurante mediocrità del maggior torneo patrio di Football. L’Atalanta rimedia un umiliante 0-5 dal Liverpool spaziale di Klopp. Come ha osservato al sodo Fabio Capello, non ha spaventato tanto il divario tecnico tra scalcianti nerazzurri e i garibaldini d’oltremanica, quanto lo scavezzacollo con cui gli inglesi volteggiavano e facevano volteggiare la palla. E l’Atalanta ha fama, in Italia, di praticare un gioco veloce.
Penoso il risultato degli altri nerazzurri, quelli di Milano, contro un Real Madrid minore come lo stadio in cui ha scelto di giocare.
Risultati stentati delle altre, eccezion fatta per la Roma.

La prima della classe in Italia capitombola, prevedibilmente, contro i mastini del Lille, secondi nella classifica del modestissimo campionato d’oltralpe. Domenica riceveranno l’Hellas e non è detto che non si fermi il ruolino sin qui trionfale.

Il tampone Immobile

Nella stanza del direttore ho visto svolazzare, immobile, qualche aquila azzurra. Giusto, dunque, per non perdere il contrattino, collaborazione retribuita (sic!) per lo più in vino denso e profondo del sud, formaggio d’Avellino e cicerchie del Fortore (non so esattamente ancora dove sia), sorvolo sui tamponi del bomber Immobile. Ora positivi, ora negativi, ora poco positivi. Tragicomica tutta lotitiana e italiana.

S’è scoperto che la Lazio a dispetto della certamente numerosa disponibilità di laboratori a Roma, si rivolge ad Avellino per i tamponi e che il laboratorio di Avellino, Italia, non può comunicarne l’esito all’ASL di Roma, Italia, perché di altra regione. Assale il dubbio di un conflitto Zingaretti – De Luca a suon di caciotte e lanciafiamme. Misteri della burocrazia italica.

Milan – Verona, Atalanta – Inter e Lazio- Juventus, match altisonanti che non cambieranno in nulla le sorti del campionato, tutte di là da venire.
Ben più rilevanti Benevento – Spezia e Torino – Crotone. Spartiacque potrebbe rivelarsi Bologna – Napoli, in specie per i partenopei.