Wall Street Journal: lockdown troppi costi, scarsi benefici

Sul Wall Street Journal è apparso una settimana fa, a firma di Philippe Lemoine della Cornell University di New York, un articolo che a partire dalle corpose analisi dello studioso, evidenza come i risultati delle misure restrittive non siano giustificati dai relativi costi sociali ed economici.

Il governatore del Texas Greg Abbott ha annunciato che il suo stato sta per far cessare l’obbligo di indossare mascherine e rimuovere le limitazioni allo svolgimento delle attività commerciali. Mentre politici e funzionari della sanità pubblica criticano la decisione, esistono oggi dati corposi per dimostrare che i benefici delle restrizioni non valgono i costi.

Non è sempre stato così. Un anno fa il lockdown rispondeva alla necessità di cautela, considerato quanto poco si sapesse allora del virus e dei suoi effetti. Ma oggi bloccare la società è diventata l’opzione predefinita dei governi di tutto il mondo, indipendentemente dai costi.

A più di un anno dall’inizio della pandemia, la vaccinazione è in corso sia in Europa che negli Stati Uniti, ma sono ancora in vigore severe restrizioni su entrambe le sponde dell’Atlantico. Germania, Irlanda e Regno Unito sono in lockdown, mentre in Francia vige da due mesi il coprifuoco dalle 18:00 e il governo ha annunciato che durerà per almeno altre quattro settimane. Negli USA, poi, l’insegnamento scolastico in presenza è raro.

Un anno fa non avevamo idea di quanto sarebbe stato difficile controllare il virus. Data la velocità con cui si stava diffondendo, la gente ha ritenuto plausibile che la maggior parte della popolazione sarebbe stata infettata in poche settimane, salvo che non fosse stato in qualche modo ridotto il contagio. L’Imperial College Covid-19 Response Team di Londra previde che più di due milioni di americani sarebbero potuti morire in pochi mesi. Il lockdown si pensò fosse la misura adatta per limitare la trasmissione del virus. E anche se non avesse potuto evitare tutte le infezioni, avrebbe impedito agli ospedali di essere sopraffatti dai ricoveri. Avrebbe almeno “appiattito la curva”.

Da allora abbiamo appreso che il virus non si diffonde mai in modo esponenziale per molto tempo, anche senza severe restrizioni. L’epidemia si ritira sempre ben prima che sia stata raggiunta l’immunità del gregge. Come sostengo in un rapporto per il Center for the Study of Partisanship and Ideology, le persone si spaventano e cambiano il loro comportamento man mano che i ricoveri ospedalieri e i decessi aumentano. Questo, a sua volta, riduce la trasmissione.

Ho esaminato i dati di più di 100 tra regioni e paesi. Nessuno ha visto una crescita esponenziale della pandemia continuare fino a quando non è stata raggiunta l’immunità del gregge, indipendentemente dal fatto che sia stato imposto un lockdown o altre misure rigorose. Le persone alla fine ritornano a un comportamento più rilassato. Quando lo fanno, il virus ricomincia a diffondersi. Ecco perché vediamo ovunque la “forma a U invertita” dei casi e dei decessi.

La Svezia è stata la prima a imparare questa lezione, ma molti altri paesi l’hanno confermato. Inizialmente considerata una catastrofe dalla massa pro-lockdown, la Svezia ha raggiunto un tasso di mortalità pro capite indistinguibile da quello dell’Unione europea. Negli Stati Uniti, le politiche di hands-off della Georgia sono state definite un “esperimento di sacrificio umano”. Ma come la Svezia, oggi la Georgia ha un tasso di mortalità pro capite che è effettivamente lo stesso del resto del paese.

Questo non significa che le restrizioni non abbiano effetto. Se la Svezia avesse adottato restrizioni più severe, è probabile che l’epidemia avrebbe iniziato a diminuire un po’ prima. Ma la politica può sottrarsi agli umori e alle ipotesi della gente. I lockdown possono distruggere l’economia, e sta iniziando a evidenziarsi come abbiano un effetto minimo sulla diffusione del Covid-19.

Dopo un anno di osservazione e raccolta di dati, le motivazioni a sostegno dei lockdown appaiono molto deboli. Nessuno nega che gli ospedali intasati e sopraffatti dai ricoveri siano una condizione indesiderabile, ma lo è anche privare le persone di una vita normale. Per non parlare dei bambini che non possono frequentare la scuola o socializzare in un periodo prezioso della loro vita.

Poiché non tutti sono stati vaccinati, molte persone sarebbero indotte ancora a non vivere normalmente anche in assenza di restrizioni governative. Queste, però, possono peggiorare le cose privando le persone della possibilità di socializzare e guadagnarsi da vivere.

I lockdown decisi per contrastare il contagio da coronavirus costituiscono nel mondo occidentale gli attacchi più estesi alla libertà individuale dai tempi della seconda guerra mondiale.
Eppure non un singolo governo ha pubblicato un’analisi costi-benefici per giustificare le politiche di lockdown.

Se le mie argomentazioni fossero sbagliate e le politiche di blocco efficaci in termini di costi, un documento governativo dovrebbe essere in grado di dimostrarlo. Nessun governo, però, ad oggi ha prodotto una simile studio. Non vorremmo fosse perché i funzionari sanno cosa dimostrerebbe.