L’intelligenza del fiore di zucca

L’intelligenza può dichiararsi anche in un fiore di zucca ripieno e fritto. La frescura cipollina è un tocco ben misurato e vivace di una mente parimenti vivace. A ben rifletterci è il manifesto, giacché è d’antipasto, della cucina di Marilena, cheffessa degli Scacchi a Casertavecchia.

Assorbita dai fornelli, appare alla fine, con grazia e discrezione. Definirla intellettuale, per la supponenza e il distacco che si associa alla parola, offenderebbe la sua delicatezza.
Allora diciamo che i suoi piatti, fermi al territorio e alle stagioni, sono ravvivati da un pullulare elettrizzante di neuroni.

Così le erbette fresche e i fagiolini teneri si rallegrano ora con la tartelletta di pasta frolla, ora con la crepe verde di basilico dell’orto. Gli altrimenti retorici e gravosi paccheri col baccalà ringalluzziscono e si sfrondano (qui sono mezzi paccheri) nell’abbinamento col giallo e aromatico pomodorino vesuviano. Persino i ravioli con punte di asparagi ritrovano nuova verve grazie al mix di sapidità formaggiosa del ripieno e freschezza della soluzione di zucchine e frammenti di fiore di zucca.

È audace il vitello con le pesche (l’unica pecca della teoria di portate è nel fondo della carne, colloso un che di troppo), ma anche in questo caso Athena ha sostenuto la mano nell’esecuzione. Piatto che stupisce.

L’assillo di ristori populisti del borgo bello e arioso mal dispone. Sicché in sala, che sa di accogliente salotto con luci che sono calorosi abbracci, si cerca spasmodicamente la nota stonata. Ma l’occhio si stanca e deve arrendersi. Il taccuino delle dissonanze resta intonso. Gino, coniuge di Marilena, del resto è abile e impeccabile damigello.

Anche in giardino, tra cespugli di erbe aromatiche, bei vasi di terracotta e arredo in ferro torto biancheggiato, domina una grazia armonica, un’aria da maison de campagne un po’ retrò. Pare di vivere una pagina di Proust quando Gino, tra le chiacchiere, serve una deliziosa granatina d’anguria pizzicata da qualche fogliolina di menta, fresca almeno quanto immemori sono le immagini che evoca.

Carta dei vini non pervenuta. E nulla quaestio. La lista a voce, però, è casuale, incoerente col bel tono del ristorante e la filologia sagace della cucina. Si conceda l’attenuante del periodo post chiusura e post pandemia.

Menzione speciale per l’asciuttezza del menù. Depurato da retoriche sull’origine degli ingredienti e rimandi a ipocrisie fighette o evocazioni di romantica quanto farlocca ruralità.

Conto sui 35 euro.

Gli scacchi
Via delle greggi
Caserta Vecchia (CE)
tel. 0823 371086