Squarcio cognitivo francese senza solfiti aggiunti

Mi piace l’odore degli squarci cognitivi al mattino, profuma di verità. In questo che vi racconto ci sono proprio caduto dentro. Esco a cena con amici a Bruxelles. Lo faccio di rado, ma a volte è bello vedere che il mondo continua a girare: malgrado tutto, malgrado noi. 

Si va in un ristorante tradizionale fiammingo, ma acquistato di recente da un greco. In carta si trovano i rognoni alla mostarda affianco alla moussakà: bah! Un altro cortocircuito culturale della globalizzazione.

Locale stracolmo, temperatura interna da Satana arrabbiato, camerieri sudati, dalle facce paonazze. Pare di stare in un video di una canzone di Brel allegra (ce ne sono?) girato dai fratelli Dardenne. Avanti intrepidi con le ordinazioni. I commensali valorosi si fiondano su polpette al sugo, cozze alla panna (sic), cotoletta di maiale con caprino fuso (esiste e non ve la consiglio) e altre amenità da 300 calorie a boccone.

Io oltremodo tremebondo e ormai sudaticcio, per evitare la notte insonne, schivo i minacciosi Rognoni alle due mostarde e mi rifugio su una mite Entrecôte ai ferri, senza patatine perché l’odore di fritto mi ricorda simpaticamente la mia A112 in salita.

E da bere?  il menu – tovaglietta plasticata su cui spiccano le impronte digitali in paio di generazioni di clienti – vanta le peggio produzioni birraie industriali di Fiandra. Per altro, ho bevuto birra da un paio di giorni e il mio stomaco ha già attivato l’allarme Gaviscon.

Scorro velocemente l’offerta dei vini, tra Gewurtztraminer e Bordò prodotti a Cerignola che manco ai cani dell’inferno, ecco spuntare la luce: Sans Soufre Ajouté legge l’occhio del bevitore avido e sollevato. Si tratta di una denominazione scalcinata del sud della Francia – Cairanne – che non sarà Sciatonef du Pap ma pur sempre Francia. Un vino senza solfiti aggiunti in quella bettola sgarrupata, un sogno. Lo ordino subito, entusiasta, senza tema, senza indugio solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole.

Il vino arriva e brucia la città: una brodaglia rossa che ricorda vagamente un vin brulé con l’aggiunta di miele. Tra lo scorno e i lazzi dei miei commensali ripiego su una Jupiler sfiatata, la Peroni locale.

Mi accorgo, rileggendo perplesso l’etichetta, che il vino è fatto proprio per imbrogliare i gonzi come me: si chiama Sans Soufre Ajouté ed è prodotto dalla cantina sociale di Cairanne. Senza solfiti aggiunti, ma bollito, pastorizzato. Tradimento&tranello. Che furbacchioni questi francesi: chapeau!

Sono caduto di peso nello squarcio cognitivo (Francia, senza solfiti aggiunti), e chissà quanti altri come me. La nuova tendenza è quindi imitare i prodotti chiamandoli con la caratteristica che incuriosisce di più un certo tipo di consumatore: colto, moderno, alternativo, critico, attento alle nuove tendenze, alla protezione dell’ambiente e con un occhio alla linea. Quelli che mangiano la pasta integrale, insomma. Guarda caso ne ho proprio un pacchetto in dispensa: acqua di sorgente, aria purissima, farina decorticata a mano dagli gnomi del Taburno. Ottimo! Controllo il contenuto di fibre: 6,5%, aggiunte, per 100 grammi di prodotto. Alto contenuto di fibre stoxxxxxx (censura di Stato).

Siamo spacciati, lo sospettavo, adesso lo so. Addio mondo crudele!…Squarcio cognitivo inghiottimi per sempre, senza solfiti aggiunti e ricco di fibra (aggiunta).